Dr. Massimo Giusti
Steatosi significa “fegato grasso”, cioè eccessivo immagazzinamento di grasso ( trigliceridi ) nelle cellule epatiche.
La causa più frequente era considerata, sino ad anni non recenti, l’uso di alcol; oggi prevale la forma correlata non all’alcol, ma piuttosto ad un disordine complesso del metabolismo dei grassi, degli zuccheri ed energetico. Questa forma è la NAFLD = “Non alcoholic fatty liver disease”.
In realtà, per parlare di NAFLD dobbiamo escludere anche altre cause di steatosi, in particolare farmaci, epatiti, altre malattie metaboliche ( ereditarie o acquisite) e non metaboliche.
La NAFLD comprende una notevole varietà di forme istologiche, raggruppabili però in due quadri principali
- Steatosi semplice o con minima infiammazione. Abitualmente non evolutiva. Molto comune.
- Steato-epatite = NASH= “Non alcoholic steato-hepatitis” con infiammazione, aspetti di danno delle cellule epatiche, fibrosi. Spesso evolutiva. Si ha nel 20% dei casi.
Per fibrosi si intende la formazione di tessuto simil-cicatriziale nel fegato, con riduzione dell’elasticità del tessuto, danno dei vasi, distorsione dell’architettura, evolutività aumentata. Caratterizza soprattutto la NASH.
La NAFLD è la più comune causa di epatopatia cronica dell’adulto e può, in rari casi (10% circa) condurre a cirrosi, scompenso, tumore del fegato. Ciò soprattutto nel caso di NASH.
La sua prevalenza globale è ormai di livello pandemico (circa 30% in popolazione generale) e se ne prevede una crescita drammatica nella prossima decade
La NAFLD (particolarmente nella sua forma più grave, la steato-epatite o NASH) si associa, inoltre, ad aumento del rischio di malattie cardiovascolari e ad incremento della mortalità globale, per causa cardiovascolare ed epatica.
La NAFLD può associarsi a malattie extra-epatiche (incremento del rischio di diabete mellito, patologia renale cronica, neoplasie non epatiche)
Il suo impatto economico globale sui sistemi sanitari e sul SSN italiano è notevole. Si tratta, pertanto, di una malattia multisistemica ad elevata prevalenza, non così benigna come comunemente ritenuto sino ad alcuni anni fa.
Permane oggi una netta sottostima dell’importanza della NAFDL da parte degli operatori e delle strutture sanitarie. Esistono poche strategie o politiche nazionali sulla NAFLD e l’Italia non fa eccezione.
I principali fattori di rischio per la malattia steatosica sono:
- Obesità-sovrappeso
- Diabete mellito
- Dieta scorretta
- Sedentarietà – insufficiente attività motoria
La malattia è spesso asintomatica e viene identificata tramite
- Alterazione degli “esami epatici” (transaminasi, ggt, fosf alcalina)
- Riscontro occasionale all’ecografia (spesso eseguita per altra causa)
Sulla base delle linee guida correnti, ogni volta che la steatosi è dimostrata il paziente dovrebbe essere sottoposto ad un’ adeguata valutazione clinica:
- rischio di malattia avanzata (diagnosi non invasiva di fibrosi con indici appositi e/o Elastometria)
- rischio cardiovascolare e metabolico complessivo (con eventuale supporto degli specialisti di riferimento, es internista, diabetologo, endocrinologo, cardiologo)
- eventuale riferimento epatologico, nei casi di maggior impegno specifico.
La malattia deve essere ricercata nei soggetti a rischio. Test di scelta: ecografia.
La malattia può e deve essere prevenuta intervenendo decisamente sui fattori di rischio.
La malattia può e deve essere curata, pur in assenza oggi di terapia farmacologia specifica disponibile.